Messaggio di auguri del Cardinale Kurt Koch
in occasione dei 30 anni dell’Amicizia ebraico-cristiana di Roma
Cardinale Kurt Koch |
“Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme”, così leggiamo nel primo versetto del Salmo 133. Anche se nella stesura originaria del Salmo, per “fratelli” sono esclusivamente intesi gli appartenenti al popolo d’Israele, oggi, dopo che Papa Giovanni Paolo II ha chiamato gli ebrei i fratelli maggiori dei cristiani e Papa Benedetto XVI i nostri padri nella fede, si può parlare di una comunità di fratelli e di sorelle tra ebrei e cristiani. Siamo inscindibilmente legati gli uni agli altri per quanto riguarda i fondamenti essenziali della fede nel Dio d’Israele e siamo uniti da un ricco patrimonio spirituale comune, perché possiamo guardare ad un lungo passato comune. Il cristianesimo ha le sue radici nell’ebraismo; quest’ultimo costituisce il nucleo della sua identità. Gesù è e rimane un figlio del popolo d’Israele, è segnato da quella tradizione e, per questo, può essere esattamente compreso soltanto a partire da tale orizzonte culturale e religioso.
L’Amicizia ebraico-cristiana ha fatto propria questa visione spirituale e porta avanti il dialogo tra cristiani ed ebrei nella fratellanza e nell’amicizia. Sono grato che, a livello della concreta convivenza quotidiana, si siano formati gruppi che costruiscono ponti tra ebrei e cristiani nello spirito di Nostra aetate (n. 4). In ultima analisi si tratta di conoscerci più da vicino nelle nostre rispettive tradizioni religiose e di imparare ad apprezzarci vicendevolmente. Cristiani ed ebrei dovrebbero familiarizzarsi sempre di più gli uni con gli altri. Nel campo dell’educazione e della formazione, questo aspetto non dovrebbe mai essere tralasciato. Pregiudizi e malintesi nascono infatti quando l’altro rimane estraneo e inaccessibile.
Sono lieto, in particolare, che l’Amicizia ebraico-cristiana di Roma possa oggi festeggiare il trentesimo anniversario della sua fondazione. La comunità ebraica in questa città è più antica della nostra Chiesa. Possiamo guardare ad una convivenza tra ebrei e cristiani di quasi duemila anni, che sicuramente non è stata priva di tensioni, ma che in vari momenti è stata anche segnata da una proficua collaborazione. E proprio qui a Roma, dove le radici della comunità ebraica risalgono già al tempo dei Maccabei e dove gli inizi della nostra Chiesa si riallacciano agli Apostoli Pietro e Paolo, l’amicizia e la collaborazione tra ebrei e cristiani sono particolarmente importanti. Sono profondamente riconoscente per il prezioso contributo apportato dall’ Amicizia ebraico-cristiana di Roma in favore della promozione di una relazione sempre migliore tra ebrei e cristiani nella nostra città. E tengo ad esprimere all’Amicizia ebraico-cristiana, in questa lieta ricorrenza che oggi viene celebrata, i miei migliori auguri, invocando la benedizione del nostro Dio che sempre ci assicura la sua presenza e il suo aiuto.
Kurt Cardinale Koch
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