giovedì 24 marzo 2016

A Gerusalemme - Un aneddoto autentico

 Non temete, vi ucciderò senza farvi soffrire!

"Un amico francese, religioso cattolico a Gerusalemme e noto biblista, mi raccontava di recente che , nel loro convento, serviva da sempre, come factotum, un ormai anziano musulmano. Onesto, gran lavoratore, di tutta fiducia, faceva ormai parte della famiglia e tutti quei religiosi gli volevano bene, sinceramente ricambiati. Un venerdì, l’uomo tornò dalla moschea con un’aria accasciata. Il superiore della casa, insistendo, riuscì a farlo parlare.

Disse:

<<Oggi l’imàm che dirige la preghiera ci ha detto, nella predica, che nel giorno del trionfo di Allah e del suo Profeta, nel giorno che presto verrà e in cui libereremo questa Santa Città da ebrei e cristiani, tutti gli infedeli che non faranno subito professione di fede dovranno essere uccisi. Così vuole il Corano cui noi tutti dobbiamo obbedire>>.
Una pausa, e poi: <<Ma non tema, padre , sa che io vi voglio bene, so come fare, se dovrò sopprimervi troverò il modo di non farvi soffrire>>.

L’aneddoto, purtroppo, è autentico".


Tratto dal Blog di Vittorio Messori 

(Corriere della Sera, 14 gennaio 2015) 




mercoledì 23 marzo 2016

Le Lettere della Creazione

La lingua sacra

“Le 22 lettere Fondamentali, le incise, le plasmò, le combinò, le soppesò, le permutò e formò con esse tutto il Creato e tutto ciò che c’è da formare nel futuro” (Sefer Yetzirà).

Le lettere ebraiche oltre ad avere nome, forma, valore numerico, suono, colore e vibrazione sono un codice. Ogni singolo carattere è una fuga prospettica di sensi e significati, celati o manifesti, nuclei energetici illimitati.

Ogni segno concorre alla formazione di parole ma al contempo ogni forma significante è già di per sé un veicolo, un senso compiuto autonomo, un segno sacro, un cosmo perfetto. Per questo motivo nel corso dei secoli la Torà non è stata mai modificata ma basta che una lettera o parte di essa sia cancellata, alterata o errata per renderla pasùl, proibita.

L’estremo rispetto tributato alla lingua sacra nasce dalla convinzione che ogni suono abbia la capacità di produrre un dato effetto, tanto più temibile quando si parla senza la dovuta cautela. Il controllo di lashon harà, la mala lingua (diffamazione), è uno dei capisaldi dell’etica ebraica per gli effetti potenzialmente devastanti delle parole pronunciate con leggerezza: “Se lo shochèt (macellatore) deve esaminare il coltello prima di macellare, quanto più attentamente dobbiamo esaminare la nostra lingua prima di parlare?

Poiché ‘morte e vita sono in potere della lingua’ (Proverbi 18:21)”.

Shalom!