martedì 30 settembre 2014

Yom Kippùr 5775

Yom Kippùr: rinascita spirituale 
di Antonio Tirri


Possano i nostri nomi essere iscritti nel Libro della Vita!
Un altro Kippùr sta per arrivare! E la domanda che dovremmo farci, prima di intraprendere il digiuno, è la seguente: la preghiera e il digiuno avranno la potenza di farci ottenere il perdono da D-o Benedetto?
Noi sappiamo che in questa giornata “terribile” viene emesso il giudizio divino sulla nostra condotta, su quello che abbiamo fatto, su quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto, e sui nostri rapporti con il prossimo e con l’Eterno.

Noi sappiamo che Yom Kippùr espia soltanto i peccati commessi verso il Signore, com’è detto: “… di tutti i vostri peccati nei riguardi dell’Eterno sarete purificati” (Levitico 16, 30), mentre per quelli commessi verso il prossimo, Yom Kippùr non ha effetto fino a quando non si sia fatto pace con la parte offesa. E sappiamo anche che, per ricevere ascolto alle nostre preghiere, a Yom Kippùr dobbiamo allontanare da noi il rancore e l’astio, com’è detto: “Non vendicarti e non serbare rancore…” (Levitico 19, 18).
Yom Kippùr, inoltre, è una giornata in cui tutto Israele prega D-o Benedetto non solo per la sua salvezza e per il perdono delle sue colpe, ma invoca anche l’avvento del Regno di D-o nel mondo, e con questa invocazione chiede la salvezza dell’Umanità, ponendosi come Sacerdote del mondo. 

Nell’approssimarsi del giorno dell’espiazione auguriamoci che la scintilla divina che è in noi ci spinga a fare teshuvà, ben consapevoli però che a nulla servono il digiuno e la preghiera se non sono accompagnati da un profondo rinnovamento spirituale, da un sincero pentimento e dalla volontà di non ricadere negli stessi errori e di abbandonare quei deleteri e malefici comportamenti legati all’odio, al rancore, alla maldicenza, all’invidia, all’egoismo, all’arroganza, all’ingordigia, com’è detto: “Il malvagio abbandoni la sua via, l’uomo perverso i suoi pensieri e facciano ritorno al Signore che ne avrà pietà, al nostro D-o che è molto disposto a perdonare” (Isaia 55, 7).
 
Buon Kippùr. Hatimà tovà. Possa il Giudice Supremo darci la possibilità di beneficiare della misericordia divina e iscrivere noi e tutto il Popolo d’Israele nel libro della vita, della benedizione e della pace.

"Ascolta, Israele,
D-o è buono e giusto
e perdona i peccati
con la magnanimità
e l’amore di un padre.
D-o ascolta la voce
che esce dall’animo
e non le preghiere dalla bocca.
D-o legge
nei reconditi meandri
della mente
i pensieri di ognuno.
Ritorna, Israele,
al tuo D-o,
al D-o di bontà
e misericordia,
al D-o della pace
e della fratellanza
al D-o dell’amore
al D-o del perdono
e della giustizia.
E tu sai, Israele,
che potrai ricostruire
il Suo Tempio
solo dopo averlo costruito
nel tuo cuore.
Allora, Israele,
troverai la tua pace
e cesseranno le tue angosce
e il tuo pianto.
Quel giorno
D-o riempirà
della Sua misericordia
e della Sua benedizione

il Tempio
e la tua vita".

 
(Antonio Tirri da Ascolta, Israele Giuntina, Firenze 1999)

lunedì 8 settembre 2014

Centenario dell'Oratorio Di Castro


La Comunità Ebraica di Roma ha scelto di celebrare i 100 anni dell'Oratorio Di Castro nell'ambito della Giornata Europea della Cultura Ebraica, domenica 14 settembre 2014 presso l'Oratorio Di Castro in via Cesare Balbo 33           

Programma pomeridiano *

16,45: Cerimonia per il Centenario dell'Oratorio Di Castro
17,45: Cocktail
18,25: Presentazione della mostra "La Brigata Ebraica in Italia" con Bice Migliau
18,30: Presentazione del volume "L'Oratorio Di Castro, cento anni di ebraismo a Roma (1914-2014)" a cura di Claudio Procaccia, Gangemi editore, con Anna Foa (Sapienza Università di Roma, cattedra di Storia moderna e contemporanea) e Francesca Sofia (Università di Bologna, cattedra di Storia delle Istituzioni Politiche).

Saranno presenti gli autori.

Indice del volume:

 
Cap. 1, Il "Tempio di via Balbo" e la Comunità Ebraica di Roma (1914-2014). Linee di sintesi e spunti di riflessione, di Claudio Procaccia

 
Cap. 2, L'Oratorio Di Castro. Storia e architettura di una sinagoga (1914 - 2014), di Sara Cava e Sergio Amedeo Terracina
 

Cap. 3, Non solo sinagoga. Breve storia sociale e culturale dell'edificio di via Balbo, di Giuliana Piperno Beer
 

Cap. 4, Le vicende dell'edificio di via Balbo nelle parole di coloro che l'hanno vissuto, di Silvia Haia Antonucci
 

Cap. 5, Tradizioni culturali, memorie e oggetti liturgici dell'Oratorio Di Castro, di Abramo Alberto Piattelli, Georges de Canino, Olga Melasecchi


Si tratta del primo volume monografico dedicato all’Oratorio Di Castro, la terza sinagoga costruita a Roma nel ‘900 dopo il Tempio Maggiore e la Sinagoga spagnola.

 * Per quanto riguarda il Programma completo della Giornata, vedi le locandine qui sopra.

domenica 7 settembre 2014

Cultura ebraica

Ha cento anni l’altra Sinagoga romana: l’Oratorio di Castro
La città ospita ben diciassette templi. La maggior parte sorti dal 2000 ad oggi
 

di Lauretta Colonnelli *

ROMA - Tutti conoscono la sinagoga di Roma, affacciata sul lungotevere Cenci con quella strana cupola in stile tra liberty e neo-assiro. Ma pochi sanno che la città di sinagoghe ne ospita ben diciassette. La maggior parte sono sorte negli ultimi quindici anni, nelle zone dove la popolazione ebraica è più concentrata, come l’area intorno a viale Marconi, il quartiere Africano, Monteverde e alcuni punti di Trastevere. Ci sono sinagoghe di rito sefardita, altre di rito askenazita, altre ancora dove si prega seguendo ulteriori variazioni, come il rituale romano e quello chiamato, in gergo, tripolino, perché importato dalle comunità scacciate dalla Libia al tempo di Gheddafi. Testimoniano una presenza ebraica che a Roma risale senza interruzioni almeno al II secolo a.C.. Al tempo di Augusto si contavano già dodici templi, in vari rioni dell’Urbe. Scomparvero tutte a metà del Cinquecento quando papa Paolo IV costrinse gli ebrei alla residenza obbligata nel quartiere davanti all’isola Tiberina, chiuso da muri e cancelli che rimasero fino a quando non furono abbattuti dai piemontesi, nel 1870. 


L'esterno dell' Oratorio Di  Castro

Edificata nel 1914

Con l’apertura del ghetto tornò la libertà di costruire le sinagoghe. La prima fu quella a lungotevere Cenci, inaugurata nel 1904 e detta anche Tempio Maggiore. La seconda, chiamata Oratorio Di Castro, fu edificata in via Cesare Balbo 33 esattamente dieci anni dopo. Il progetto fu affidato a Osvaldo Armanni e Vincenzo Costa, gli architetti che già avevano ideato il Tempio Maggiore. Anche gli artisti incaricati delle decorazioni, Osvaldo Armanni e Vincenzo Costa, avevano già realizzato le vetrate e decorato gli interni della prima sinagoga. L’inaugurazione avvenne il 16 settembre 2014.
 

La storia in un libro

Tra pochi giorni ricorre dunque il centenario di questo tempio e per festeggiare l’evento, l’edificio resterà aperto a tutti nella Giornata europea della cultura ebraica, domenica 14, con un programma che prevede visite guidate, mostre, conferenze, concerti. E la presentazione del libro «L’Oratorio Di Castro. Cento anni di ebraismo a Roma (1914-2014)», curato da Claudio Procaccia (ed. Gangemi). Il tempio, tra l’altro, si inserisce perfettamente nel tema della Giornata di quest’anno, intitolata «Donna Sapiens» e dedicata al tema della figura femminile nell’ebraismo. Fu infatti una donna a permettere la sua costruzione. Si chiamava Grazia Pontecorvo. Rimasta vedova di Salvatore Di Castro, mancò nel 1909, senza lasciare figli né parenti. Lasciò però tutti i suoi risparmi alla comunità con l’intento di far sorgere un nuovo edificio di culto nella zona tra via Cavour e via Nazionale, dove negli anni precedenti si era insediata la nuova borghesia ebraica. 

La copertina

Il rabbino Riccardo Di Segni
 

«Prima che a Roma vi fossero tante sinagoghe periferiche - ricorda il rabbino Riccardo Di Segni – quella di via Balbo è stata l’alternativa, il luogo più informale, accogliente, sperimentale che vi fosse a confronto con l’edificio monumentale del lungotevere, impermeabile a qualsiasi modifica della sua pompa e del suo stile. Io stesso vi ho cantato l’Arvit del mio bar mizvà, visto che al Tempio Maggiore questa performance era consentita solo a voci degne della struttura monumentale o raccomandate». 

Il programma della Giornata europea della cultura ebraica prevede inoltre l’apertura del Museo ebraico con visite guidate al Tempio Maggiore e al Tempio Spagnolo, in via Catalana. Alla Casa internazionale delle donne la filosofa Katia Tenenbaum parlerà di «Anna O. o Bertha Pappenheim? Storia di una donna ebrea alle origini della Psicoanalisi». Alla Casa dei teatri si assisterà a «Parole e musica da Jézabel di Irène Némirovski», con il clarinettista Gabriele Coen e Lisa Ferlazzo Natoli. Alla Biblioteca del Parco si insegna ai bambini a costruire un libro ebraico e si conversa con Ilana Bahbout intorno al libro «Maschio e femmina Dio li creò. La donna nell’ebraismo» (ed. Sovera). Alla Casa della Memoria e della storia Micaela Procaccia, Giacometta Limentani, Piera Di Segni e Adachiara Zevi raccontano storie di «Donne ebree a Roma».

*Lauretta Colonnelli

(Il Corriere della Sera, edizione Roma, 7 settembre 2014)