domenica 7 settembre 2014

Cultura ebraica

Ha cento anni l’altra Sinagoga romana: l’Oratorio di Castro
La città ospita ben diciassette templi. La maggior parte sorti dal 2000 ad oggi
 

di Lauretta Colonnelli *

ROMA - Tutti conoscono la sinagoga di Roma, affacciata sul lungotevere Cenci con quella strana cupola in stile tra liberty e neo-assiro. Ma pochi sanno che la città di sinagoghe ne ospita ben diciassette. La maggior parte sono sorte negli ultimi quindici anni, nelle zone dove la popolazione ebraica è più concentrata, come l’area intorno a viale Marconi, il quartiere Africano, Monteverde e alcuni punti di Trastevere. Ci sono sinagoghe di rito sefardita, altre di rito askenazita, altre ancora dove si prega seguendo ulteriori variazioni, come il rituale romano e quello chiamato, in gergo, tripolino, perché importato dalle comunità scacciate dalla Libia al tempo di Gheddafi. Testimoniano una presenza ebraica che a Roma risale senza interruzioni almeno al II secolo a.C.. Al tempo di Augusto si contavano già dodici templi, in vari rioni dell’Urbe. Scomparvero tutte a metà del Cinquecento quando papa Paolo IV costrinse gli ebrei alla residenza obbligata nel quartiere davanti all’isola Tiberina, chiuso da muri e cancelli che rimasero fino a quando non furono abbattuti dai piemontesi, nel 1870. 


L'esterno dell' Oratorio Di  Castro

Edificata nel 1914

Con l’apertura del ghetto tornò la libertà di costruire le sinagoghe. La prima fu quella a lungotevere Cenci, inaugurata nel 1904 e detta anche Tempio Maggiore. La seconda, chiamata Oratorio Di Castro, fu edificata in via Cesare Balbo 33 esattamente dieci anni dopo. Il progetto fu affidato a Osvaldo Armanni e Vincenzo Costa, gli architetti che già avevano ideato il Tempio Maggiore. Anche gli artisti incaricati delle decorazioni, Osvaldo Armanni e Vincenzo Costa, avevano già realizzato le vetrate e decorato gli interni della prima sinagoga. L’inaugurazione avvenne il 16 settembre 2014.
 

La storia in un libro

Tra pochi giorni ricorre dunque il centenario di questo tempio e per festeggiare l’evento, l’edificio resterà aperto a tutti nella Giornata europea della cultura ebraica, domenica 14, con un programma che prevede visite guidate, mostre, conferenze, concerti. E la presentazione del libro «L’Oratorio Di Castro. Cento anni di ebraismo a Roma (1914-2014)», curato da Claudio Procaccia (ed. Gangemi). Il tempio, tra l’altro, si inserisce perfettamente nel tema della Giornata di quest’anno, intitolata «Donna Sapiens» e dedicata al tema della figura femminile nell’ebraismo. Fu infatti una donna a permettere la sua costruzione. Si chiamava Grazia Pontecorvo. Rimasta vedova di Salvatore Di Castro, mancò nel 1909, senza lasciare figli né parenti. Lasciò però tutti i suoi risparmi alla comunità con l’intento di far sorgere un nuovo edificio di culto nella zona tra via Cavour e via Nazionale, dove negli anni precedenti si era insediata la nuova borghesia ebraica. 

La copertina

Il rabbino Riccardo Di Segni
 

«Prima che a Roma vi fossero tante sinagoghe periferiche - ricorda il rabbino Riccardo Di Segni – quella di via Balbo è stata l’alternativa, il luogo più informale, accogliente, sperimentale che vi fosse a confronto con l’edificio monumentale del lungotevere, impermeabile a qualsiasi modifica della sua pompa e del suo stile. Io stesso vi ho cantato l’Arvit del mio bar mizvà, visto che al Tempio Maggiore questa performance era consentita solo a voci degne della struttura monumentale o raccomandate». 

Il programma della Giornata europea della cultura ebraica prevede inoltre l’apertura del Museo ebraico con visite guidate al Tempio Maggiore e al Tempio Spagnolo, in via Catalana. Alla Casa internazionale delle donne la filosofa Katia Tenenbaum parlerà di «Anna O. o Bertha Pappenheim? Storia di una donna ebrea alle origini della Psicoanalisi». Alla Casa dei teatri si assisterà a «Parole e musica da Jézabel di Irène Némirovski», con il clarinettista Gabriele Coen e Lisa Ferlazzo Natoli. Alla Biblioteca del Parco si insegna ai bambini a costruire un libro ebraico e si conversa con Ilana Bahbout intorno al libro «Maschio e femmina Dio li creò. La donna nell’ebraismo» (ed. Sovera). Alla Casa della Memoria e della storia Micaela Procaccia, Giacometta Limentani, Piera Di Segni e Adachiara Zevi raccontano storie di «Donne ebree a Roma».

*Lauretta Colonnelli

(Il Corriere della Sera, edizione Roma, 7 settembre 2014)




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