giovedì 29 novembre 2012

Colloqui Ebraico-Cristiani di Camaldoli

33° Incontro Nazionale

5 - 9 Dicembre 2012

M. Chagall, Levi, vetrata (Gerusalemme)

Sacre Scritture e “popolo di Dio” nell’orizzonte della Berit (Patto - Alleanza)

Nelle Sacre Scritture, il popolo d’Israele che si colloca nell’orizzonte dell’alleanza è definito «regno di sacerdoti» (mamlekhet kohanim) e «popolo santo» (goj qadosh). Questo rende Israele la proprietà preziosa» (segullah) del Signore, il “popolo eletto”, ossia quel popolo che – pur non dissimile dagli altri popoli – ha accettato di essere stato scelto per svolgere una funzione di testimonianza e annuncio sacerdotali tra le genti.

Quando i cristiani, attraverso le parole di Paolo, riconoscono l’irrevocabilità della chiamata di Israele, testimoniano altresì che gli ebrei hanno «l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse» (Rm 9,4). Affermare che Israele è il popolo scelto da Dio, implica dunque l’impossibilità di definire la Chiesa come “nuovo popolo di Dio” in senso sostitutivo: tale uso della categoria di “popolo di Dio” non ha infatti fondamenti biblici. Da qui emergono alcuni interrogativi, quali ad esempio l’uso cristiano della categoria di “popolo di Dio” riferito alla Chiesa e l’ingresso delle genti nel “popolo di Dio”.

Il XXXIII Colloquio Ebraico-Cristiano affronterà il tema del “popolo di Dio” a partire dal suo

significato biblico, dal ruolo che il popolo ha nella tradizione rabbinica e dalle sue multiformi espressioni nell’ebraismo contemporaneo. Si rifletterà poi sul modo in cui la teologia della sostituzione ha indebitamente interpretato il concetto di “popolo di Dio” e di come essa sia stata superata nelle Chiese della Riforma e nella Chiesa cattolica.

Alle relazioni magistrali si accompagneranno gruppi di studio, incontri tra giovani ebrei e cristiani di diverse confessioni, momenti artistici e la comune riflessione sul testo sacro, volti a rafforzare la conoscenza reciproca e a rinsaldare lo spirito di condivisione e amicizia che da decenni caratterizza i Colloqui Ebraico-Cristiani di Camaldoli.


"Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa" (Es 19,6)

«Proprio in quanto un popolo è un singolo popolo è un popolo tra i popoli. Il suo isolarsi significa al tempo stesso un suo unirsi. Non così quando il popolo si rifiuta di essere un singolo popolo e vuole essere “l’unico popolo”. Allora non gli è concesso rinchiudersi dentro confini, bensì deve includere in sé i confini che con la loro doppia valenza ne farebbero un popolo singolo tra altri popoli».
Franz Rosenzweig, La stella della redenzione

«L’Ebraismo è non solo nella sua storia, non solo nella vita attuale del popolo; esso è anche, esso è soprattutto in noi stessi. Finché noi sentiamo in noi l’antico Ebraismo, finché troviamo in noi il primitivo dualismo e l’aspirazione verso l’unità, non possiamo credere che l’originale processo sia chiuso e che l’Ebraismo abbia esaurito il suo senso. Finché gli elementi sono dati, è dato un indefinito compito. Ed esso diviene in ognuno di noi il compito personale, l’ethos del singolo, che deve effettuarsi nella quiete e nella purezza. Collaborano al grande processo dell’Ebraismo tutti coloro che conquistano l’unità della propria anima, che si determinano in sé per il puro contro l’impuro, per il libero contro il non libero, per il produttivo contro l’improduttivo, tutti coloro che cacciano i mercanti dal loro tempio».

Martin Buber, Discorsi sull’Ebraismo

«Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa» (Es 19,6). Su questa santità, il Sifrà a Lv 19, 2 scrive: «Israele è al seguito del re e il suo dovere è di imitare il re», cosa che si realizza eseguendo la sua volontà. La sua volontà è che Israele sia un popolo sacerdotale, e poiché il sacerdozio è sempre «per», «a servizio di», in questa qualifica è già presente la vocazione universalistica di Israele. Una vocazione che ripropone però con più forza il problema della scelta: un problema nato circa il perché Dio abbia dato la Torà a un popolo così trascurabile, come si è letto nel Deuteronomio, perché Dio abbia amato un popolo così secondario. Una spiegazione la offre la parabola rabbinica, notissima, che si trova con poche varianti in Sifré Dt 343, in Mekilta de-Rabbi Jishma’el su Es 20, e altrove, in cui si racconta che Dio aveva offerto la sua Torà successivamente a diversi popoli, e ciascuno, avendo chiesto che cosa vi era scritto e avendo appreso che vi si vietava questo o quel peccato che lo caratterizzava, l’aveva rifiutata, mentre Israele rispose soltanto con le parole di Es 24,7: «Tutto ciò che il Signore ha detto, lo eseguiremo e lo ascolteremo», accettando cioè la Torà, se così si può dire, a scatola chiusa.

P. De Bendetti, Introduzione al Giudaismo

Camaldoli - Monastero

PROGRAMMA

Mercoledì 5 dicembre

Pomeriggio: Arrivi dalle 14.30 in poi
 

21.00 - Saluti
Matteo Ferrari, Monaco di Camaldoli
D. Alessandro Barban, Priore generale

Introduzione

Gianantonio Borgonovo, Dottore della Biblioteca Ambrosiana di Milano

Giovedì 6 dicembre


9.15 -  La relazione del Signore con Israele - concezioni bibliche
          Alexander Rofè, Università Ebraica di Gerusalemme

      - I diversi volti del Popolo di Dio nelle origini cristiane

        Massimo Grilli, Pontificia Università Gregoriana di Roma

15.00 - Un viaggio tra le pagine della poetessa Else Lasker-Schüler

           Miriam Camerini


16.00  - Incontro con i giovani

21.00 -  L’insegnamento dell’odio oggi
            Lisa Palmieri Billig, giornalista


Venerdì 7 dicembre

9.15 - Il concetto di popolo di Dio nella tradizione rabbinica
         Rav Alberto Sermoneta, Rabbino capo di Bologna

      - La pluralità dell’ebraismo contemporaneo
        Bruno Segre, scrittore e saggista
 

15.45 - Shabbat
16.15 - Gruppi
18.30 - Preghiera ebraica

Serata insieme

Sabato 8 dicembre


9.15 -  La teologia della sostituzione e il suo superamento – Chiesa cattolica
          Piero Stefani, Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano

       -   La teologia della sostituzione e il suo superamento – Chiese della Riforma
           Fulvio Ferrario, Pastore Valdese

15.00  - Gruppi

17.30 - Avdalah e accensione primo lume di Chanukkah

18.15 - Lectio biblica a due voci: Bar 5,1-9
           Carmine Di Sante - Amos Luzzatto
 

21.00 - Un viaggio attraverso le molte anime della musica ebraica
           NefEsh Trio

Domenica 9 dicembre


9.15 - Conclusioni
         Amos Luzzatto - Matteo Ferrari – Marco Cassuto Morselli - Claudia Milani

 

Seminari e gruppi


1 -  Lettura a due voci di testi biblici
      Vittorio Robiati Bendaud - Luigi Nason

2 - Il tema del popolo di Dio in alcuni autori contemporanei

    Claudia Milani - Amos Luzzatto

3 - La lettera agli Ebrei

     Marco Cassuto Morselli - Gabriella Maestri

4 - Popolo, terra, Torah. Per un’introduzione all’ebraismo

    Carmine Di Sante - Laura Voghera

5 - Canto Ebraico

     Franca Landi - NefEsh Trio

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