mercoledì 13 febbraio 2013

Mercoledì delle Ceneri

La supplica individuale: il Miserere 

di Paolo Ricca 

 

Un elemento costitutivo del messaggio del Salmo 51 è la domanda di perdono. «Nella tua grande bontà, cancella il mio peccato» (v. 1). «Purificami dal mio peccato» (v. 2). «Purificami con l’issòpo e sarò puro» [l’issòpo è una pianta aromatica della famiglia della menta, usato nella notte dell’Esodo per aspergere con il sangue dell’agnello gli stipiti delle porte e l’architrave delle case degli ebrei]; «lavami, e sarò più bianco della neve» (v. 7). «Distogli lo sguardo dai miei peccati, e cancella tutte le mie colpe» (v. 9). Tanti modi diversi per dire la stessa cosa: perdonami. E qui siamo nel cuore del Salmo, che batte all’unisono con quello che possiamo chiamare il cuore di Dio. E qual è questo cuore del Salmo che batte all’unisono con il cuore di Dio? E’ il perdono dei peccati. Non c’è mistero più grande in cielo e sulla terra del perdono dei peccati. Il più grande mistero non sono gli enigmi dell’universo, gli spazi in­finiti, le tante cose inspiegabili che ci circondano, a cominciare dal miracolo della vita, il mistero più grande è il perdono — miracolo puro, miracolo assoluto. Perché? Perché Dio perdona contraddi­cendo la legge che egli stesso ha dato e che non viene per questo abrogata. Ma invece di applicare la legge, Dio applica la grazia. Invece di giustiziare, giustifica. Invece di condannare, perdona. Invece di punire il peccato, lo cancella. Il Dio della grazia prevale sul Dio della legge. E così viene fuori questa cosa incomprensibile: Dio ama l’uomo più di quanto ami la sua legge, potremmo quasi dire che Dio ama l’uomo più di quanto ami se stesso.

Il Salmista sembra conoscere queste «profondità di Dio» come le chiama l’apostolo Paolo (I Corinzi 2,19), e, nella sua disperazione, dimostra un’audacia incredibile: malgrado la legge di Dio che indiscutibilmente lo condanna, egli crede che Dio possa e voglia lavare tutto lo sporco della sua anima, cancellare tutto il male che ha fatto, purificare la sua coscienza e la sua vita regalandogli l’innocenza perduta o mai posseduta: «lavami, e sarò più bianco della neve». E Dio effettivamente cancella il peccato! E questa l’esperienza-base degli uomini e delle donne della Bibbia, che il profeta Michea ha descritto con queste parole degne di essere ricordate e tramandate: «Dio si compiace d’usar misericordia. Egli tornerà ad avere pietà di noi, si metterà sotto i piedi le nostre iniquità, e getterà nel fondo del mare tutti i nostri peccati» (Michea 7,18-19). In realtà, li getterà su suo figlio Gesù e, tramite lui, su se stesso! Il perdono è dunque il cuore di Dio. Non c’è nessuna esperienza più vera e profonda di Dio che l’esperienza del perdono. Credere in Dio significa credere nel perdono. Se uno mi chiede. «Perché credi in Dio?», rispondo: «Perché credo nel perdono». E se mi chiede ancora: «Perché credi nel perdono?», risponderò: «Perché credo in Dio». Certo Dio, come l’uomo, non è solo cuore. Ma è il cuore che fa vivere tutto il resto.

 

Paolo Ricca, Davanti a Dio, Claudiana, Torino 2008, 33-34 

 

 MONASTERO DI CAMALDOLI - Tempo di Quaresima 2013
 

E’ possibile vivere il tempo di Quaresima condividendo i momenti liturgici e di meditazione della Comunità monastica di Camaldoli.

Per gruppi che desiderassero trascorrere alcuni giorni in foresteria nel tempo di Quaresima (non solo nei fine settimana), per ritiri o esercizi spirituali contattare la segreteria della Foresteria per concordare periodo e modalità del soggiorno.
 

Prenotazioni e informazioni : FORESTERIA del MONASTERO - 52014 CAMALDOLI (AR)
tel. 0575 556013; e-mail: foresteria@camaldoli.it ; www.camaldoli.it

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie del tuo contributo. Sarà preso in visione al più presto possibile e pubblicato.