"Ben venga il dialogo tra religioni. E siano colloqui che indichino percorsi tesi al raggiungimento di obiettivi comuni per migliorare il mondo, per elevare l’uomo verso la spiritualità allontanandolo dalle sabbie mobili dell’immoralità e della malvagità, per combattere le ingiustizie, la sopraffazione, per debellare la povertà…
Quante cose si possono e si devono fare insieme! Ognuno, però, libero di agire e di muoversi all’interno delle proprie tradizioni e del proprio credo. Non si può costruire un’Umanità più giusta, più buona, più unita se si valicano quei confini per cercare di imporre, anche solo psicologicamente, la propria supremazia. In questo modo verrebbero a cadere i presupposti di amore tra D-o e l’uomo, verrebbe ignorato ciò che D-o vuole da noi, e verrebbe dato campo libero all’uomo accecato dalla vanità e dal potere.
Oh, se l’uomo potesse capire quanto poco costa cercare nel proprio cuore la scintilla che illumina la mente! Quanto poco costa ascoltare la voce che schiude la porta della libertà, dell’amore, della fratellanza e della felicità!".
di Antonio Tirri
È assurdo
e alto si leva il mio grido.
È assurdo
e l’idea mi sconvolge la mente.
Non può la religione dividere
non può,
non può tracciare solchi
anche nella morte.
Nel D-o di Abramo
si annullano le diversità
nel D-o di Abramo
si vince la morte.
E tu
misero uomo
hai voluto erigere steccati
e accecato dal potere
hai voluto la diversità
nella vita e nella morte
annullando la comune discendenza.
Sulle tue spalle infelici
il peso del dolore
il fardello
della sofferenza
e il tormento della morte.
Non può
non deve
la religione dividere.
(Antonio Tirri da "Ascolta, Israele" Giuntina, Firenze 1999)
A cura di "Per amore di Gerusalemme"
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