Rav Giuseppe Laras |
Lutto e dolore accompagnano una guerra difficile e lunga,
combattuta anche con la dissimulazione e la strategia della confusione. Alleati
dell’Islam jihadista (Isis, Fratelli Musulmani, Hamas, Al Qaeda, Hezbollah e
Iran) sono quei politici, pensatori, storici e religiosi che hanno distorto la
pace in pacifismo, la tolleranza e l’inclusione in laissez-faire, la forza della verità in debolezza
dell’opinione arbitraria, il dialogo in liceità di ogni espressione, il sano
dissenso in intollerante conformismo politically correct. Questi occidentali “odiatori di sé” sono complici. Hanno svenduto alla sottomissione la
libertà per cui mai personalmente lottarono o pagarono. Questa è la triste
fotografia dell’inadeguatezza politica e culturale di molti europei.
É un clima che richiama l’ascesa del
nazismo. Possiamo crederci o no, ma ciò che colpisce l’Europa oggi è
l’inevitabile reiterazione di problemi che Israele ha da decenni: sopravvivere
allo jihadismo che nutre menti, cuori e attese politico-religiose di troppi
musulmani, anche se non di tutti. Come non sentirsi profondamente vicini anche
alle famiglie delle vittime musulmane degli attacchi parigini?
Il dramma è che, con cieca ignoranza, la
cultura laicista considera, semplificandolo, l’Islam politico realtà consimile
e analoga a cristianesimo ed ebraismo e alle loro storie, anch’esse non prive
di ombre. Le cose non stanno così. Finiamola con il mantra buonista,
esorcistico dei problemi nell’immediato ma amplificante gli stessi nel tempo,
della “religione di pace”. Si vedano le piazze dei Paesi Islamici giubilanti
per i fatti parigini, come per Charlie, per i morti ebrei, per le Twin Towers.
Che dire dei Bhuddah monumentali abbattuti dai talebani? Non insultiamo
l’intelligenza con “questo non è Islam”. Basta con sensi di colpa anacronistici
per crociate e colonialismo: la city di
Londra, mezza Parigi e i nuovi grattacieli milanesi sono oggi di proprietà islamica. Circa il
colonialismo, perché non ascoltare anche le voci dissonanti degli ebrei e dei
cristiani locali (armeni, caldei, copti), che all’epoca non erano contrari
(costituendo ampia parte della popolazione dei Paesi nordafricani e
mediorientali) alla colonizzazione che li sollevò da secoli di dhimmitudine? Certi storici su ciò tacciano,
minimizzando. E questo non significa affatto assolvere da responsabilità i
governi coloniali.
L’Islam politico ha armi potenti: le
demografie europee, da decenni non governate nei nostri Paesi, e il fatto che
tiene in pugno le economie di numerosi Stati occidentali, con popolazioni
vecchie e in decrescita economica. Alla convenienza ora si aggiunge il terrore.
Alcuni ritengono, paralizzati da paure economiche, demografiche e belliche, di
patteggiare con i mandanti del terrore, proponendo maggiore “inclusione” e
“integrazione”, giustificando l’intollerabile e pensando che, venendo a patti
col male, si scongiuri il peggio. Non funziona così: arretrando si arretra
sempre più.
Veniamo agli ebrei. Noi siamo i primi nemici. Ogni attacco in
Europa riguardò anche gli ebrei. Solo che, per sconvolgere i nostri
concittadini in Europa, il nostro sangue non é bastato e non ha avuto
importanza. Tutti ricordano Charlie Hebdo. E i morti di Tolosa? Di Brussels?
Del ristorante kasher di Parigi contestuale a Charlie? Cari europei,
ammettiamolo, si trattò solo di
ebrei. Di irriducibili rompiscatole che turbano, con la nostra storia di
persecuzione in Europa, la buona coscienza di questo crepuscolare continente.
Nulla di più allettante, quindi, di trasferire sensi di colpa e inquietudini
identitarie verso un disappunto censorio su Israele per la questione
palestinese. Ma non è una questione palestinese, é anzitutto una questione
islamico-politica. È per questo che, in definitiva, indipendentemente dagli
errori di entrambe le parti, non si procede nel necessario cammino verso la
pace.
Gli ebrei, ora come in passato,
sarebbero causa dei mali del mondo. Se non ci fosse Israele, sostengono molti
-musulmani e non-, vi sarebbe pace con l’Islam. È falso. È una “verità
apparente” trasformata in dogma. I jihadisti lo sanno bene e sosterranno questa
tesi avvelenata e allettante per far credere che solo così tornerà a esservi
pace, anche in Europa. Fu la tentazione delle Chiese cristiane arabe con il
panarabismo. I risultati? Fuggiti gli ebrei, purtroppo muoiono loro, tra
silenzi e balbettii dei cristiani d’Occidente. Settant’anni fa l’Europa ebbe
paura e molti capi di governo pensarono che si potesse scendere a patti.
Conosciamo le conseguenze.
Erodiamo la libertà e le singole
libertà e ancora cederemo. Indeboliamo il cristianesimo e l’ebraismo europei e
offriremo ai nostri comuni odiatori, tutt’altro che sprovveduti, nuovi
strumenti di sopraffazione e d’odio.
Concittadini, da 2000 anni in Europa
dimorano gli ebrei, maltrattati, trasformati in mostri, additati come colpevoli
di nefandezze, uccisi in camere a gas. Oggi siamo biasimati in quanto
israeliani o filo-israeliani. Tuttavia, durante XX secoli, mai gli ebrei, se
non nei deliri degli antisemiti, auspicarono la fine della religione cristiana
o la sovversione di cultura e istituzioni occidentali (vi furono al massimo
esasperazione e disperazione per le persecuzioni subite). Parimenti mai gli
ebrei invocarono -o suggerirono ad altri- la fine dell’Islam o dei Paesi
Islamici. Oggi il cristianesimo è vilipeso e perseguitato, si vogliono annientare
le nostre libertà e sovvertire le nostre istituzioni laiche. Ritengo inusitato
e colpevolmente utopistico che alcuni invitino a fronteggiare questa violenza
inaudita e dilagante senza il ricorso alla forza legittima e necessaria.
L’Europa potrebbe in un futuro risultare
inospitale per gli ebrei (in Francia è già realtà). Questo è uno degli
obiettivi dei jihadisti. Se così dovesse essere, l’Europa diverrà un territorio
desolato e inospitale per tutti coloro che amano e difendono la propria e l’altrui
libertà. E non ci sarà nemmeno spazio per i musulmani onesti e pacifici (ahimè
troppo silenti).
Per fronteggiare il presente, occorrono saldo spirito razionale,
energia e coraggio. L’alternativa è tra libertà e sottomissione (ai Fratelli
Musulmani, Hamas, Isis, Al Qaeda, Iran, Hezbollah et
similia). Tutti noi, con la viltà, otterremo solo sottomissione.
Mai libertà.
Circa gli autori dei massacri, i loro
compagni e chi applaude loro, come si può pensare che l’Unico e Onnipotente,
buono e giusto, tolleri o gradisca questa furia omicida e le sofferenze
ingiuste e blasfeme inflitte alle Sue creature?
Giuseppe Laras
18/11/2015
Fonte: www.mosaico-cem.it
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