Il Talmud babilonese tradotto in Italiano per la prima volta!
Verrà presentato all'Accademia dei Lincei, alla
presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
"Studio" è il suo nome in ebraico, ma "mare"
è il nome con cui viene chiamato colloquialmente dal popolo ebreo. Si tratta
del Talmud babilonese, 5422 pagine,
pilastro dell'ebraismo insieme alla Bibbia, frutto del pensiero dei dottori di
Babilonia tra il II e il V secolo dopo Cristo.
Scritto in ebraico e aramaico, non era mai stato tradotto finora in italiano. Martedì prossimo, nella sede dell'Accademia dei Lincei, il primo volume della traduzione italiana verrà consegnato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il lavoro di traduzione, durato cinque anni, ha visto la collaborazione di Miur, Cnr e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, su impulso della Presidenza del Consiglio. Un'opera avviata nel 2011 e che proseguirà al ritmo di 13 saggi all'anno, che ha visto impegnati 50 studiosi di diversi rami del sapere. Emuli, in parte, dei 70 saggi che secondo la tradizione tradussero
"La pace
è per il mondo quello che il lievito è per la pasta" recita uno
dei passi più citati ancora oggi dal Talmud. Ma il libro rappresenta
soprattutto il bagaglio culturale che per secoli, a volte accettato a volte
mandato al rogo, ha accompagnato gli ebrei nella diaspora. Si tratta di 63
trattati divisi in 517 capitoli che si occupano di regolamentare e spiegare
tutti i diversi aspetti della vita spirituale, sociale, giuridica, etica e
culturale della popolazione ebraica. La sua prima funzione è quella di
interpretare e dettare l'applicazione delle norme scritte nella Torà, che e' la
vera fonte dei precetti della vita ebraica. Non per niente il Talmud e' anche
definito come Torà orale. Ma in esso sono fissate norme di vita che riguardano
tutti gli aspetti dell'esistenza, oltre alla religione, dai rapporti sociali a
quelli familiari, dalle ricette mediche ai consigli per una corretta
alimentazione, dall'astrologia alla zoologia.
La stesura orale cominciò nel terzo secolo dopo Cristo a
Babilonia e proseguì fino al V secolo, quando molto probabilmente vi fu la
prima versione scritta. Nei secoli fu limato e accompagnato dal Talmud palestinese, più breve e
circoscritto. Giunto in Europa nel tardo Medio Evo fu spesso osteggiato,
vietato e bruciato ma papa Leone X ne
concesse la pubblicazione a Venezia nei primi anni del '500. La prima edizione
a stampa in Occidente fu dunque quella veneziana, del 1520-23, ancora oggi
testo base per molti studiosi. La fortuna fu breve, poiché l'Inquisizione lo
mise all'indice e nel 1553 ne ordinò il rogo, puntualmente avvenuto a Campo de'
Fiori il 9 settembre dello stesso anno, seguito a ruota da un rogo in piazza
San Marco a Venezia. Fu poi riabilitato parzialmente dal Concilio di Trento che
ne permise la pubblicazione a patto che si espungessero alcuni passi.
Dopo tre secoli di silenzio fu nuovamente
al centro di polemiche da parte di movimenti antisemiti nell'Ottocento.
Attualmente in Europa è stato tradotto in tedesco e inglese e
quella che verrà consegnata la prossima settimana a Mattarella sarà la prima
copia in italiano, corredata di commenti e testo a fronte.
(AGI)
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