martedì 20 gennaio 2015

Comunicato


Parigi - La Grande Sinagoga



Per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale la Grande Sinagoga di Parigi è rimasta chiusa per Shabbat.

Con la strage a Charlie Hebdo è stato attaccato uno dei valori fondamentali dell’Europa: la libertà di espressione, o la libertà tout court, e uno dei valori fondamentali della Francia: la laicità.

Con la strage a Hyper Cacher è stato attaccato ancora una volta l’ebraismo. Essere ebrei, mangiare kashèr, rispettare Shabbat viene considerato un crimine, punibile con la pena di morte.

La risposta all’attacco alla laicità è stata profonda, ferma, diffusa. I tre giorni di attacco alla Francia sono stati sentiti dai cittadini europei come tre giorni di attacco all’Europa.

Espressioni di condanna, sdegno, generici inviti al dialogo non sono sufficienti. Una nuova forma di totalitarismo ha dichiarato guerra all’Europa e all’Islam moderato. In Nigeria negli stessi giorni venivano uccise 2000 persone, interi villaggi sono stati rasi al suolo.

Decidere quale sia il vero Islam, quale Islam possa relazionarsi positivamente con il resto del mondo e consentire al suo interno libertà e democrazia è un compito dei musulmani, e nessuno può farlo al posto loro.

Si parla a volte delle radici cristiane o giudaico-cristiane dell’Europa, senza riflettere sul ruolo che per quasi due millenni hanno avuto la teologia della sostituzione e l’insegnamento del disprezzo. Lavorare per sanare le relazioni tra ebrei e cristiani significa affrontare una questione decisiva per la riparazione del mondo (tiqqun olam).

Alle vittime di questi giorni il nostro pensiero affettuoso e la nostra preghiera. Partecipiamo commossi al dolore dei loro familiari e amici.

Marco Cassuto Morselli, presidente dell’Amicizia ebraico-cristiana di Roma
Don Matteo Ferrari, direttore dei Colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli

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